Il condizionamento della personalità
Parlare di sesso non é facile, pur vivendo nel 2020, quando si entra in quest’ambito si ha la sensazione di camminare su un terreno minato, stando attenti a dove mettere i piedi.
Cominciamo dalle parole che usiamo riferendoci al sesso.
Avete notato che iniziano tutte con una coniugazione?
– RAPPORTO SESSUALE
– UNIONE SESSUALE
– SODDISFAZIONE SESSUALE
– SFOGHI SESSUALI
– RELAZIONI SESSUALI
Il sinonimo scientifico di queste parole é: “coito”, “orgasmo”.
Allora perché ricercare così numerosi sinonimi?
Le parole come “atto sessuale”etc…etc… hanno il difetto di apparire fredde, hanno un tono troppo razionale per poter dare l’idea che racchiudano qualcosa di davvero divertente.
Le parole riferite al sesso dovrebbero far prendere degli scivoloni alla mente delle persone.
Forse per questo le donne preferiscono dire e sentirsi dire “fare l’amore” mentre gli uomini “fare sesso”?
“Fare l’amore” racchiude intorno a sé un alone caldo umido, qualcosa di duraturo nel tempo, che lascia pensare alla colazione insieme dopo aver trascorso la notte nello stesso letto.
E forse lasciandosi trasportare da queste immagini la donna allontana da sé il giudizio pesante, socio culturale che ancora é presente; donna di dubbia moralità!
Da dove parte questa spada di Damocle così presente?
Che cos’é che la tiene sospesa sulle teste delle persone?
Facciamo un passo indietro e torniamo all’infanzia e all’educazione sessuale.
Come viene spiegato il sesso ai bambini?
Molti genitori non si sentono in grado, altri sanno(ancora peggio) che il compito grava soltanto su uno dei due nella coppia.
L’errore non risiede nel genitore, ma nell’idea!
Pensiamo davvero che il “sesso” o “fare l’amore” possa essere spiegato teoricamente?
E’ come voler spiegare l’arte culinaria!
Spiegare il profumo dei cibi, il calore della pentola e il vapore che ne esce, il rumore del cibo che soffrigge, unito ai profumi. Magari disegnando dei funghi oppure un piano cottura e indicando con delle freccette dove si accende il fuoco.
Quando spieghiamo ai bambini il sesso, essi invece di ascoltare l’informazione, si pongono la domanda importante: perché mamma/papà é così sulle sue?
I bambini avvertono il nostro disagio, imbarazzo, su un argomento che va vissuto, e magari spiegata solo l’anatomia dell’uomo e della donna.
Questo disagio percepito si fisserà nella loro memoria cellulare insieme ai divieti ed ai rimproveri ripresentandosi ogni qual volta si avvicineranno al sesso.
Non sarà facile cancellarli perché sono entrati a far parte della nostra intelaiatura psichica.
Eppure é stato accertato che una buona intimità sessuale può prevenire, alleviare ed addirittura curare: mal di schiena, collo rigido, obesità, pressione alta, ritenzione idrica, malattie gastriche, emorroidi, sintomi ansiosi, insonnia.
Biologicamente una buona attività sessuale rappresenta il sonnifero della natura, conducendo ad una salutare sonnolenza come anticamera di un sonno duraturo e continuo.
Altresì un’attività sessuale insoddisfacente, conduce ad un sonno discontinuo e tutt’altro che ristoratore.
Lo dimostrano bene le persone soddisfatte sessualmente; al mattino le incontriamo sveglie, con lo sguardo vivo e passo elastico.
Oltre ad evidenti stati patologici, provocati da problemi sessuali, vi sono moltissimi casi in cui i sintomi accusati in varie parti del corpo risultano direttamente o indirettamente collegati a problemi sessuali.
Un tempo l’atteggiamento nei confronti del sesso era quello di tenere tutto nascosto, oggi é quello di esibire tutto.
In entrambi i casi, un fenomeno naturale é stato trasformato dapprima in qualcosa di losco, sporco, da nascondere, nel secondo caso in una ricerca ossessiva come raggiungimento della felicità, facendogli perdere l’appetibilità.
Il sesso fa parte dei bisogni primari come l’alimentazione ed il sonno, e non si può accedere allo sviluppo successivo (come ben spiega Maslow nella Piramide dei Bisogni), se prima non vengono soddisfatti i bisogni primari, fisiologici.
Noi esseri umani siamo dotati di una reazione spontanea agli stimoli, cosicché
quando sentiamo lo stimolo della fame mangiamo, quando sentiamo quello del sonno dormiamo.
Quindi perché lo stimolo del sesso viene condannato? O peggio ancora non percepito?
La nostra cultura ha la tipicità di creare problemi dove non esistono e trasformare i comportamenti naturali, funzionali, che procurano piacere, in comportamenti rigidi per evitare il piacere.
Alimentazione e sessualità sono collegati agli stessi circuiti neurali che producono piacere (endorfine, serotonina, dopamina), ma nei confronti della sessualità non agiamo seguendo lo stimolo naturale ma condizionati dalla cultura, giudizio, immagine.
A questo punto l’individuo fa resistenza ad uno stimolo naturale, inibendo un comportamento spontaneo per evitare il piacere, irrigidendo la personalità attraverso la formazione di un blocco.
Il risultato sarà la manifestazione di disturbi di natura fisica e psicologica.
L’individuo per evitare l’esperienza cerca di resistervi entrando nel paradosso che: più cerco di evitare qualcosa e più la penso. Il controllo volontario presuppone una rappresentazione mentale ed emotiva di ciò che si vuole controllare. Ciò vuol dire che ogni volta che voglio inibire un comportamento devo pensarlo per forza.
La caratteristica del sesso é quella di scatenare la nostra fantasia, ma chi non si sente libero é incapace di esprimere la propria creatività perché prevede conseguenze dettate dalle proprie azioni.
La mancanza di libertà interiore é il freno inibitore per la nostra personalità.
Tuttavia é possibile recuperarla attraverso percorsi mirati alla conoscenza di se stessi ed alla propria crescita personale.
Per questo il serial “Sex and the city” ha avuto gran successo, descrivendo la sessualità della donna vissuta nel pieno della disinvoltura, senza trascurare il desiderio verso un legame contrassegnato dal sentimento e dalla maternità.
Ben venga quindi una sessualità libera, scevra da conformismi, vissuta da protagonisti, senza tralasciare o nascondere a se stessi i valori in cui si crede; gli uni e gli altri possono coesistere.
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