ANSIA: COS’E’, COME GESTIRLA

In questo periodo di particolare tensione nei confronti di un virus che si é sviluppato nel nostro paese, ho ricevuto diverse chiamate da persone in preda a stati d’ansia.
Mi sembra doveroso e rassicurante spiegare cosa accade quando l’ansia supera i livelli di controllo, prende il possesso di noi, e come uscirne.
L’ansia é una risposta naturale del corpo attivata da una scarica di adrenalina.
E’ un meccanismo d’allarme che ci mette in guardia dai pericoli, quindi una “ risposta salvifica “.
Può presentarsi all’improvviso oppure gradualmente.
L’ansia salvifica dura pochi minuti, ci avverte che siamo in pericolo e dobbiamo metterci in salvo, Oppure si attiva poco prima di una performance per mantenere alta la scarica adrenalinica, necessaria per affrontare una prova.

QUANDO L’ANSIA DIVENTA NOCIVA?
Provare ansia, paura, é importante in situazioni di reale pericolo, ci mette in condizioni di scappare, attaccare o restare immobili, a seconda della necessità.
E’ un meccanismo difensivo ereditato dai nostri antenati e contenuto nel nostro DNA.
Ma quando la paura é immotivata o esagerata trasformandosi in panico, il nostro corpo si contrae, non percepisce più altre emozioni al di fuori della paura e questo potrebbe condurre a sviluppare malattie psicosomatiche.
L’ansia diventa patologica quando interferisce con il nostro benessere psico-fisico, quando é onnipresente, quando si attiva senza una ragione specifica oppure in maniera esagerata rispetto all’evento.
Il soggetto vive in uno stato continuo di incertezza, paura, confusione, come se possa accadergli qualcosa da un momento all’altro.
Questo comporta un aumento del cortisolo nel sangue, conseguendo in un indebolimento del sistema immunitario.
A questo punto non si tratta più di un meccanismo di risposta salvifica, ma di un sintomo nocivo per la salute di chi ne soffre.

QUAL’E’ LA DIFFERENZA FRA ATTACCO D’ANSIA E ATTACCO DI PANICO?
I sintomi che connotano l’attacco d’ansia e l’attacco di panico sono simili ed arrivano all’improvviso: difficoltà a respirare, tremore, sudorazione e brividi di freddo, tachicardia.
Nell’attacco d’ansia i sintomi possono durare da alcuni minuti a diverse ore ed il soggetto rimane lucido, sa dove si trova e riesce a muoversi.
Nell’attacco di panico i sintomi durano pochi minuti ed il soggetto perde l’orientamento, viene invaso da una forte paura di morire con la sensazione di immobilità ed estraneamento dalla realtà.

COSA FARE PER GESTIRLA?
Nei momenti di picchi d’ansia, l’importante é respirare profondamente; allungarsi e concentrarsi sulla respirazione.
Una respirazione addominale, caratterizzata da lunghe inspirazioni e lunghe espirazioni, svuotando completamente l’addome.
Quando invece si è in preda di un’ansia costante e generalizzata, ritagliarsi una mezz’ora al giorno e scrivere su un quaderno tutti i pensieri, emozioni, elucubrazioni, rimuginazioni, paure, che passano per la mente.
Dopo qualche ora riprendere il quaderno e rileggere ciò che si é scritto.
L’ideale sarebbe intraprendere un percorso con uno psicologo/a in modo da riportare in equilibrio il sistema simpatico ( il nostro acceleratore ) ed il sistema parasimpatico ( il nostro freno ), facenti parte del SNA (sistema nervoso autonomo ).
Questo permetterà di guidare il nostro corpo in una maniera più fluida.
Il panico ci manda fuori controllo, come una centralina elettrica quando va in corto circuito.
Per recuperare il controllo abbiamo bisogno della riflessione, di centrarci su di noi, ritrovare il focus, autocentratura, questo sarà possibile attraverso percorsi di rilassamento.
La presenza di una persona di cui fidarsi, sintonizzata con il nostro mondo interiore, é l’elemento chiave per entrare in consapevolezza con le nostre sensazioni corporee e le emozioni correlate ad esse.
Un percorso che ci permetta di accettare la nostra molteplicità, perché dentro di noi vive una etereogeneità di stati, non ve n’é uno migliore o peggiore, tutti sono giusti.
L’idea di essere solo in un modo non soltanto é idealista ma soprattutto insalubre.
La strada verso il benessere é quella della “ integrazione “, dare voce a tutti gli stati, considerandoli un NOI, sentendoci vulnerabili e ricettivi, accogliendo la nostra personalità.
Un percorso di rilassamento aiuta il processo di integrazione degli stati, in modo tale che tutto ciò che fa parte di noi venga accettato.
A tal proposito c’é un curioso paradosso che recita: “ il cambiamento avviene nel momento in cui mi accetto “. ( Rogers )
Accogliere amorevolmente quegli aspetti di noi che ci appaiono ostici, fastidiosi e ci rendono la vita difficile, vuol dire dare valore alla nostra identità.
Accogliamoli con amore perché fanno parte di noi, della nostra essenza.

“ Una pesca con la buccia della mela non sarebbe una pesca “.

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